La Valle Cervo: un territorio tutto da scoprire

La Valle Cervo: un territorio tutto da scoprire
Incastonata fra le cime che dividono il Biellese dalla Valle d'Aosta, la Valle Cervo si estende per 16 chilometri lungo le rive del torrente da cui prende il nome. La Valle, che copre un territorio di circa 73 km²,è cinta tra la valle di Gressoney in Valle d'Aosta, la Valsesia a nord-ovest, a sud-est, la Valle Sessera a su-est. Località dai molti nomi, in passato è stata chiamata Valle Andorno, come il suo paese più popoloso posto a centro-valle, ma anche Valdandorn o Sarvo e Valsaar.
La Valle si presenta nettamente divisa in due. La parte Alta, più chiusa, impervia e meno abitata, è nota per la bellezza dei suoi piccoli borghi lungo le rive del Cervo come Campiglia Cervo, Rosazza e Piedicavallo ed è caratterizzata da boschi di faggio e castagno e salendo in quota alpeggi e rifugi
Le montagne più alte del Biellese, molto frequentate dagli amanti del trekking, sono tutte in Alta Valle Cervo: il monte Cresto, (2545 m), la Punta Tre Vescovi (2501 m), la cima del Bo (2556 m).
La parte Bassa della Valle, anch'essa ricca di boschi, è da sempre la più abitata e lì troviamo i suoi principali centri abitati, fra cui Miagliano, il comune italiano più piccolo per estensione territoriale: misura solo 0,66 kmq!
Abitata sin dall'antichità, la Valle Cervo ed i suoi insediamenti vengono citati in documenti di epoca romana come territori abitati da popolazioni di origine celtica e mediterranea. Oltre alla pastorizia, la prima attività svolta dai suoi abitanti, nei secoli la Valle è stata sfruttata per la sua sienite e i suoi scalpellini diventarono celebri in Italia e non solo. Questi lavoratori vennero chiamati per realizzare opere imponenti come quelle nelle città di Fenestrelle ed Exilles o in quella di Bard.
Come tutto il Biellese poi anche la Valle Cervo è stata coinvolta nella fiorente industria laniera che è fiorita con la Rivoluzione industriale e ancora oggi vede le sue fabbriche affacciarsi lungo il torrente Cervo. Le sue acque furono una vera e propria benedizione per la nascita del Tessile a Biella, perché non solo fornirono l'energia necessaria per muovere i macchinari ma essendo particolarmente dolci, povere di minerali e di calcio, sono ideali per lavare la lana.